II Convegno di Educazione Calasanziana: educazione a 360 gradi

Dal 10 al 14 marzo 2025 si è svolto a Budapest il secondo Convegno di Educazione Calasanziana; il primo ebbe luogo a Santiago del Cile nel 2018. All’evento hanno partecipato oltre 200 persone, tra religiosi scolopi e laici impegnati in diversi progetti e piattaforme educative scolopiche. La delegazione italiana era composta da: Francesca Valenza, insegnante del liceo dell’Istituto Calasanzio di Roma; Francesca Benedetti, maestra della scuola dell’infanzia di Frascati; p. Elia Guerra e fr. Gerardo Leyva dell’Istituto Calasanzio di Genova Cornigliano.

Il congresso si è svolto presso l’Hotel Benczúr di Budapest.

Il p. Generale Pedro Aguado ha aperto l’evento con un discorso di benvenuto, incoraggiando tutti ad affrontare la grande sfida di promuovere un’educazione integrale che dia senso alla vita degli studenti e che li accompagni per tutta la vita. Ha affermato che “innovare significa essere aperti alle novità per tornare a ciò che per noi è essenziale” e ha sottolineato che la scuola scolopica ha da sempre una vocazione trasformativa, come indicato dal fondatore secoli fa.

La prima conferenza è stata tenuta dalla dottoressa Claudia Uribe, ex responsabile regionale dell’UNESCO per l’America Latina e i Caraibi e rappresentante dell’UNESCO in Cile, che ha analizzato lo stato dell’istruzione nel mondo. Ha presentato varie statistiche sui diversi impegni adottati a livello globale, soffermandosi sull’Agenda 2030, che include l’Obiettivo 4 relativo all’educazione. Ha evidenziato che, nonostante gli sforzi, ci sono ancora oltre 750 milioni di adulti analfabeti nel mondo, la maggior parte dei quali sono donne.

Il secondo giorno di lavori è iniziato con la celebrazione della Santa Messa. Successivamente, il professor András Valaczka, coordinatore di Pedagogia e Pastorale della Provincia Scolopica d’Ungheria, ha parlato dell’educazione integrale come prospettiva della missione calasanziana. Alcuni studenti hanno testimoniato come l’educazione ricevuta nelle scuole calasanziane abbia contribuito a dare un senso profondo alle loro vite. Il professor Valaczka ha sottolineato che “l’educazione integrale viene dal cuore e tocca il cuore, crea legami, sviluppa relazioni e genera comprensione reciproca”. Ha inoltre invitato a non temere gli errori, poiché la paura del fallimento ostacola la creatività, e ha ribadito che gli educatori devono puntare più sulla motivazione che sull’imposizione.

Dopo un momento di confronto con il conferenziere, alcuni partecipanti hanno condiviso riflessioni e posto domande specifiche. La mattinata è proseguita con una tavola rotonda sull’identità, l’innovazione e l’inclusione, con la partecipazione di laici e religiosi.

Nel pomeriggio, i partecipanti si sono recati alla scuola degli Scolopi di Budapest per un momento di convivialità e per conoscere più da vicino la realtà della Scuola Pia ungherese. Uno dei momenti più emozionanti è stato il concerto del coro della scuola, che ha espresso grande creatività, disciplina e passione per la musica.

Uno dei giorni più intensi è stato il mercoledì, iniziato come di consueto con la Santa Messa. La conferenza centrale è stata tenuta da p. Pedro Huerta, sacerdote trinitario spagnolo e presidente delle Scuole Cattoliche di Spagna, che ha parlato della missione calasanziana nell’ottica dell’evangelizzazione, prendendo come riferimento la parabola del Buon Samaritano. Tra gli spunti più significativi, ha evidenziato la necessità di superare la scuola “bunker”, orientata alla conservazione del passato, per favorire invece l’incontro, poiché “il modello di Gesù è l’incontro”. Ha affermato che la scuola deve essere uno spazio di vita condivisa, un luogo di liberazione e di esperienze che lascino un segno duraturo nella vita degli studenti.

Dopo questa conferenza, si è tenuta una seconda tavola rotonda sul tema “Il soggetto dell’evangelizzazione”.

Nel pomeriggio, ogni delegazione ha allestito uno stand per presentare le proprie attività e progetti, creando un ambiente di amicizia, confronto e condivisione. Successivamente, i partecipanti hanno lavorato in gruppi tematici. La delegazione italiana ha partecipato ai workshop su educazione e migrazione, educazione e spiritualità, ecologia ed educazione, e educazione e famiglia. Questi momenti hanno favorito il dialogo e un confronto più approfondito.

Il giovedì è stato altrettanto intenso. Dopo la Santa Messa, la dottoressa Carina Rosa dell’Università LUMSA di Roma ha parlato di educazione e cambiamento sociale. Ha sottolineato che la scuola non cambia il mondo, ma educa le persone che lo cambieranno, e che i giovani desiderano un’educazione che tocchi la loro dimensione spirituale e affronti temi come ecologia e pace.

La mattinata è proseguita con una tavola rotonda sul cambiamento sociale, che deve avere una forza trasformativa e profetica, rimanendo accanto ai più vulnerabili. Nel pomeriggio, il dottor Zoltán Szuts, preside della Facoltà di Pedagogia dell’Università Cattolica di Eszterházy, ha parlato delle sfide poste dall’intelligenza artificiale nell’educazione, sottolineando che, pur essendo indispensabile, non potrà mai sostituire l’essere umano nella sua capacità di provare emozioni e dare senso alla vita.

Anche il venerdì è stato dedicato alla sintesi dei lavori. Ogni delegazione ha presentato le proprie conclusioni nell’assemblea plenaria. Per l’Italia, la professoressa Francesca Valenza ha illustrato le sfide e gli impegni emersi per la Provincia Italiana. A seguire, il p. Generale ha espresso le sue riflessioni sul convegno.

L’evento si è concluso con la celebrazione della Santa Messa presso la scuola degli Scolopi di Budapest, presieduta dal nunzio apostolico in Ungheria, monsignor Michael Wallace Banach. Durante l’omelia, ha sottolineato l’importanza dell’educazione cattolica scolopica in un mondo in continua evoluzione. Ha parlato in cinque lingue: ungherese, inglese, francese, italiano e spagnolo.

Infine, tutti i partecipanti hanno posato per la tradizionale foto di gruppo.

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