Innovare partendo dalla e nostre radici
In considerazione dei tassi di insuccesso scolastico dei bambini più poveri, gli studenti di Barbiana proposero in “Lettera a una professoressa” (1967) una “scuola a tempo pieno” che rispondesse agli obiettivi di un’educazione integrale. Questa nuova scuola “non rispetta la campana, il programma di studi uffi ciale e l’orario stabilito”.
È una scuola che deve “allargare l’orizzonte, rispondere alle curiosità dei bambini e portare le cose fi no in fondo”.
Nel villaggio di Barbiana, don Lorenzo Milani diresse con successo questo nuovo modello di scuola che ruppe con la rigidità del sistema educativo dell’epoca, aprendo nuove strade ad una scuola che era immersa in una profonda crisi di senso e che non soddisfaceva più gli obiettivi per cui era nata.
Negli anni Sessanta, i sistemi di istruzione pubblica ispirati alla modernità stavano già morendo. Il numero di posti a scuola è stato ampliato senza garantire la qualità; il programma di studi ha cessato di essere signifi cativo per l’ingresso nel mercato del lavoro e le scuole sono state progressivamente isolate dalle esigenze delle famiglie e della società.
In questo contesto, nel 1967 si è tenuta una conferenza internazionale sulla crisi dell’istruzione. Sulla scia di questo evento, Philips Coombs ha chiesto: “Può un programma scolastico volto a formare professionisti per il lavoro stare al passo con un mondo che sta cambiando rapidamente e incessantemente a causa dell’impatto degli sviluppi rivoluzionari della scienza e della tecnologia?”33.
33 COOMBS, P (1971) La crisis mundial de la educación. Península. (1971) p. 149.
- Nuova presenza scolopica a Timor Est
- Il Calasanzio, presente in mezzo alla tragedia
- DILEXIT NOS
- Il Concilio Vaticano II: sessant’anni dopo tra fedeltà e profezia
- La Tua autenticità, speranza per i bambini e i giovani. Professione solenne di Jan Furman
- Ritrovo ex alunni scuola media Istituto Alfani
- OVADA – Inizio anno Scout
- Festa patronale: san Francesco d’Assisi a Monte Mario