Laura Castella. Direttrice
Mi chiamo Laura Castella e sono la Direttrice dell’Istituto Calasanzio di Genova Cornigliano, istituto che comprende la scuola dell’infanzia, la scuola primaria, la scuola secondaria di primo grado e il Liceo delle Scienze Umane.
Desidero ringraziarvi per l’opportunità dicondividere la mia esperienza di Direttrice di una scuola scolopica che mi ha permesso di crescere come persona e come professionista.
Sono fermamente convinta che il primo ingrediente necessario per chi opera con i bambini e i ragazzi debba essere l’entusiasmo e la passione per il dono ricevuto. Oggi più che mai chi ha la missione di educare deve essere portatore sano di speranza. Con queste due premesse, vorrei condividere con voi alcune riflessioni sulla realtà che vivo ogni giorno e che nascono dal mio impegno nelle Scuole Pie di Genova.
Ho apprezzato molto i contenuti condivisi dalla Segreteria Generale del Ministero con i Direttori e ho seguito i lavori del Capitolo Generale. Mi congratulo con voi per la vostra lungimiranza e forza creativa. Detto questo, a mio avviso, è necessario approfondire la riflessione e il dibattito sul ruolo sociale che le Scuole Pie sono chiamate a svolgere nella nostra realtà attuale. La realtà in cui viviamo ci propone quotidianamente delle sfide che diventano vere e proprie CHIAMATE e che a volte ci trovano impreparati e disorientati.
La scuola Calasanzio oggi, nella mia esperienza personale, non è solo un luogo di istruzione, ma rappresenta sempre più uno SPAZIO DI VITA per genitori e figli, un baluardo di fronte a una realtà in rapido cambiamento, fortemente afflitta dall’emergenza emotiva, dalla mancanza di comunicazione, dalla superficialità e dalla disgregazione della famiglia.
Viviamo in un’epoca in cui le famiglie cercano il calore della casa, in cui i genitori hanno abdicato al ruolo di agenzia educativa primaria nel tentativo fallito di presentarsi ai figli come amici, in una società in cui le emozioni delle relazioni virtuali hanno soppiantato e annullato la gioia di quelle reali, e questa assenza di VITA REALE ED AUTENTICA ha generato nei nostri figli molti problemi, di fronte ai quali ci troviamo disarmati. Non sbaglio quando parlo di povertà emotiva, di mancanza di punti di riferimento, di bambini rassegnati che scappano dalla realtà isolandosi.
Sono queste, a mio avviso, le NUOVE POVERTÀ UMANE che meritano il nostro ascolto, il nostro impegno, insomma il nostro servizio di Scolopi.
Tutto questo porta a una deriva morale a cui la Chiesa non può rimanere indifferente. E la scuola può e deve dare una risposta adeguata a queste piaghe che affliggono la nostra società.
Dobbiamo, a mio avviso, concentrare il nostro servizio nell’entusiasmare i nostri giovani, dobbiamo far loro riscoprire l’immenso VALORE DELLA QUOTIDIANITA’, dell’impegno giornaliero serio ed approfondito, della costruzione della persona passo dopo passo.
Oggi le nostre scuole sono chiamate a svolgere un ruolo di guida e di orientamento, un ruolo che costituisce l’espressione di un’identità di valori.
Questo è il nostro DNA, ed è da qui che dobbiamo ripartire con un profondo innovamento, perché non possiamo rispondere a questi bambini, a tutti i nostri alunni, che sono nati in un’epoca sbagliata.
Dobbiamo quindi lavorare su noi stessi, religiosi e laici, per stimolare il senso di appartenenza corresponsabile, per accogliere il servizio, per imparare restando fedeli agli insegnamenti del Calasanzio, per interpretare l’insegnamento con mente aperta.
È indispensabile concentrare i nostri sforzi senza riserve sulla relazione educativa; ed è proprio nell’attenzione all’unicità dell’alunno, inteso nella sua unicità e allo stesso tempo nella sua diversità rispetto ai suoi coetanei, che il nostro impegno educativo deve manifestarsi in ogni momento della giornata, cercando sempre di accogliere e offrire ogni stimolo a tutti i nostri alunni a livello affettivo, relazionale, cognitivo e sociale.
L’educazione integrale dei bambini e dei ragazzi è stata ed è il nostro obiettivo, perché attraverso di essa i nostri studenti potranno percorrere la loro vita sostenuti dai valori cristiani e, soprattutto, trovare la propria VOCAZIONE, l’unica che quando è vera e ispirata permette di migliorare la società.
Per svolgere un ruolo così importante nella società in cui viviamo e che vogliamo e dobbiamo migliorare, abbiamo bisogno di FORMAZIONE, abbiamo bisogno di formare tanti “Cooperatori della Verità”, con una formazione calasanziana.
Dobbiamo preparare e attuare modelli di collaborazione tra le nostre scuole, fare fronte comune per sostenerci a vicenda affinché la risoluzione di un problema a Roma piuttosto che a Madrid, sia una vittoria per tutti; perché è nella condivisione che lo spirito rinasce e acquista forza e coraggio.
Credo che abbiamo bisogno di agire in tal senso, di stimolare la conoscenza delle nostre reciproche realtà, di parlare dei progetti che abbiamo avviato, di creare canali di approfondimento, insomma di fare proprio quello che abbiamo iniziato oggi nel nostro incontro, cioè CONDIVIDERE.
Personalmente sono sempre più consapevole della necessità di approfondire, di superare le singole certezze e di ascoltare per migliorare e rinnovare l’offerta formativa proposta.
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